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Direttiva Case Green: ecco gli ultimi aggiornamenti

A Bruxelles è stato raggiunto un nuovo accordo riguardo la Direttiva Case Green. Di seguito le novità previste dal testo che il prossimo gennaio dovrà essere votato dalla Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo.

Il 7 dicembre a Bruxelles l’Unione Europea ha raggiunto un nuovo accordo, con tutti i Paesi membri, per la riformulazione della Energy Performance of Buildings Directive, ovvero la Direttiva Case Green, per attuare la decarbonizzazione entro il 2050.

La Direttiva Case Green è una norma comunitaria che ha l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia degli edifici. Tale provvedimento si inserisce nel pacchetto di riforme “Fit for 55” e ha come obiettivo principale quello di agire sul 15% degli edifici più energivori per ogni Paese comunitario. In Italia significa, quindi, agire su circa 1,8 milioni di edifici residenziali, su un totale di 12 milioni.

Rispetto a quanto era stato definito a marzo, il nuovo accordo prevede che ogni Stato membro adotti una propria strategia per ridurre le emissioni degli edifici residenziali di almeno il 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035.

Entro il 2030 dovrà essere ristrutturato almeno il 16% degli edifici non residenziali con basse prestazioni energetiche, successivamente, ovvero entro il 2033 sarà necessario intervenire con la ristrutturazione del 26% degli edifici con le peggiori prestazioni, attraverso requisiti minimi di prestazione energetica.

L’accordo prevede che ogni Stato agisca in modo autonomo, ma nel complesso è necessario raggiungere almeno il 55% della media dell’utilizzo dell’energia primaria, attraverso la ristrutturazione e degli edifici peggio performanti.

Inoltre, tra le novità previste da tale accordo, sono stati eliminati gli obblighi che prevedevano di raggiungere determinate classi energetiche entro determinate scadenze, ma ogni Stato membro potrà definire le proprie classi energetiche in base al proprio patrimonio edilizio e alla propria strategia di rinnovamento del patrimonio immobiliare.

Il nuovo accordo prevede anche una proroga di 2 anni della scadenza in cui i nuovi edifici residenziali dovranno essere costruiti a emissione zero, difatti la nuova scadenza è stata fissata al 2030.

Per quanto concerne le caldaie a combustibili fossili, il nuovo accordo prevede che vengano eliminate entro il 2040. I Paesi comunitari, inoltre, dal 2025 non potranno più finanziare l’installazione di caldaie autonome a combustibili fossili. Tali misure riguarderanno esclusivamente coloro che devono installare un nuovo sistema di riscaldamento in un nuovo edificio o coloro che devono sostituire quello già esistente.

Un altro punto importante dell’accordo riguarda l’obbligo di installare i pannelli solari sui nuovi edifici, sugli edifici pubblici e su quelli non residenziali di grandi dimensioni. I pannelli solari dovranno essere installati progressivamente ed entro il 2030 l’obbligo riguarderà tutti i nuovi edifici residenziali.

Nel caso in cui gli edifici non venissero adeguati ai nuovi standard per tempo, ciascuno Stato membro deciderà quali sanzioni applicare, ma su questo punto sarà necessario attendere ulteriori aggiornamenti.

 

Deborah Maria Foti
Ufficio Stampa ANAPI

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